Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo.
(George Santayana )
È possibile che la storia venga registrata in modi diversi anche se si sta osservando lo stesso evento?
La risposta è sì. Ma bisogna distinguere tra passato e memoria storica.
Facciamo un esempio: vi è mai capitato di ricordare di aver sconfitto il vostro amico a una partita quando eravate piccoli, mentre lui si ricorda di aver sconfitto voi?
Bene, torneremo a questo esempio tra un secondo.
Prima capiamo la differenza tra storia e passato. Questo aiuterà a capire un po’ meglio la memoria storica.
Il passato è l’intera raccolta di assolutamente tutto ciò che è mai accaduto in qualsiasi parte dell’universo prima di questo momento. Potrebbero essere guerre, trattati di pace, matrimoni, funerali, partite di calcio o cosa aveva mangiato Casanova a colazione il giorno che è scappato dalle prigioni del Palazzo Ducale a Venezia. Tutto questo è il passato.
La storia è spesso usata come sinonimo di passato, ma in realtà non è la stessa cosa. La storia è lo studio, l’interpretazione e la registrazione di eventi passati e dei loro ricordi in un modo da dare significato a chi legge.
Quella partita che hai giocato con il tuo amico è nel passato. Fa parte del passato. La tua interpretazione di chi ha vinto fa parte della storia.
La memoria storica si riferisce al modo in cui gruppi di persone creano e poi si identificano con narrazioni specifiche su periodi o eventi storici. La memoria storica è talvolta chiamata anche memoria collettiva o memoria sociale e dipende da cose come:
– la Memoria familiare, i ricordi delle proprie esperienze che la famiglia crea e poi tramanda.
– la Memoria religiosa, se un’entità religiosa è un’entità importante quando si tratta di narrazione di un gruppo di persone e quindi creazione di ricordi.
– la Memoria nazionale, che è come la memoria ufficiale riconosciuta da una nazione.
Le memorie storiche aiutano a formare le identità sociali e politiche di gruppi di persone.
By https://study.com/academy/lesson/what-is-historical-memory-biases-examples.html
E a Venezia chi si occupa di questo con tanta passione da anni è Iveser, l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Quando abbiamo accennato ai membri di Iveser il progetto Anima Veneziana hanno subito aderito ad offrirci il loro sostegno!
E qui vi dicono perché: le parole di Marco Borghi di Iveser!
Chi è Iveser?
L’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) è nato nel 1992: suo esclusivo scopo è il perseguimento di finalità di promozione e utilità sociale e culturale attraverso lo sviluppo del proprio patrimonio documentario, la promozione della ricerca storica, dell’attività didattica, dell’approfondimento culturale sulla storia contemporanea e la memoria della società veneziana e veneta.
Svolge attività di consulenza storico documentaria e divulgazione scientifica, promuove ricerche e dibattiti, convegni, seminari, incontri, organizza mostre ed esposizioni, pubblica libri e documentari, collaborando con le Università e le istituzioni del territorio; l’Iveser, inoltre, propone visite guidate e itinerari didattici ai luoghi della memoria cittadini. Nel campo della didattica è centro di servizi – riconosciuto dal Miur – per la formazione dei docenti e degli studenti, promuovendo stage, tirocini, corsi d’aggiornamento. Dispone di una biblioteca specializzata e di un importante archivio storico-documentario sul ‘900 veneziano.
Opera dal 2003 a Villa Hériot, alla Giudecca, dove ha costituito la Casa della Memoria e della Storia del novecento veneziano.
Perchè avete deciso di dare il vostro supporto al nostro progetto Anima Veneziana?
Iveser, da tempo, è molto attento e sensibile a tutte le iniziative che si sviluppano nel territorio al fine di consolidare il tessuto comunitario cittadino. L’idea quindi di raccontare la città, attraverso la lente particolare del lavoro e dell’attività dei suoi abitanti, ci è sembrata davvero buona, da condividere e sostenere. Siamo convinti che vi siano ancora energie e risorse affinché Venezia continui ad essere “civitas” e “polis” e non solo “urbs” e il cortometraggio può essere un mezzo utile e molto efficace per realizzare questo obiettivo.
Come sognate la vostra Venezia?
La Venezia che sogniamo in realtà ha poco del tradizionale “sogno”: per noi è il ritorno compiuto e concreto a funzioni e attività “quotidiane”, fatte da persone reali, capaci di restituire valore aggiunto alla comunità cittadina, oggi in forte sofferenza.
Una Venezia dove si rimetta al centro dell’attenzione i bisogni e le esigenze dei suoi abitanti, si progetti nuove linee di azione economiche, si garantisca la tutela e la valorizzazione dei suoi saperi artigiani e produttivi, si sperimentino forme di turismo accogliente, sostenibile e di qualità, si riconosca il valore dell’associazionismo e del volontariato, risorsa preziosa da sorreggere. Una città “normale”, dunque, per la quale Iveser continuerà a dare il suo apporto e contributo.
Grazie a tutti i membri di Iveser per le belle parole e per il vostro supporto!
SE VUOI MOSTRARE IL TUO SOSTEGNO COME IVESER, DONA CLICCANDO QUI SOTTO!